Laura ci racconterà come raccogliere fondi attraverso le storie giuste. Le parole, infatti, sanno essere molto potenti; sono in grado smuovere gli animi e di emozionare... ma rimangono efficaci anche senza una buona storia?! Come scegliere cosa raccontare?
Per scoprirlo ci affideremo alle competenze di Laura. Dopo un dottorato in biologia molecolare, Laura ha lavorato per il Boscoincittà, un parco urbano milanese gestito da Italia Nostra. Lì ha capito che la sua strada era nel nonprofit. Poi per caso ha incontrato il fundraising ed è stato amore a prima vista, era un misto succulento di passione e razionalità, di creatività e pianificazione. Laura ha lavorato a UNHCR, Save the Children e dal 2015 fino a poche settimane fa ha ricoperto il ruolo di Responsabile raccolta fondi e crescita ad Amnesty International.
Conosciamola meglio e facciamoci svelare qualche piccolo spoiler sulla sua sessione del Festival 2021!
Ci mandi una tua foto da piccola e ci racconti la tua storia? Cosa sognavi di fare da grande? Se non avessi fatto la fundraiser cosa avresti voluto fare?
Quando ero piccola volevo fare la parrucchiera perché mi piaceva l'acqua tiepida sulle mani, l'ho scritto anche in un mailing ai donatori :)
Poi mi sono innamorata della scienza fino a prendere un dottorato in biologia molecolare. La biologia è tuttora la mia grande passione, l'ho lasciata solo perché non ero brava a fare gli esperimenti con le mani, mi cascavano le provette!
Se non avessi incontrato il fundraising avrei potuto fare la giornalista, la campaigner, la formatrice...in realtà non lo so, mi piacciono un sacco di cose!
Nel fundraising stai in guardia da….?
La noia e la routine.
Cosa ti ha ispirata (o chi) nella tua carriera?
Ho imparato cose molto utili da Chris Innes, Giancarla Pancione e Daniela Fatarella.
L'ispirazione la prendo dalle persone che cambiano il mondo con le loro azioni, la prima che ho incontrato è stata Rigoberta Menchù, difensora dei diritti dei Maya in Guatemala.
Per raccontare bene una bella storia: serve solo creatività o anche studio?
Lo studio prima di tutto, l'attenzione all'obiettivo, e la creatività serve moltissimo ma non deve essere mai fine a se stessa. È facile innamorarsi di una trovata solo perché è geniale, ma magari non serve al nostro scopo.
È come quando gli architetti disegnano edifici meravigliosi ma nessuno ci vuole abitare perché sono scomodi.
È più importante avere una bella storia o saperla raccontare?
Saperla raccontare.
Un consiglio per scrivere storie efficaci per il fundraising…
Togliere tutte le banalità, le frasi fatte, le "trovate" pigre, gli aggettivi e gli avverbi inutili. Focalizzarsi sui fatti, far vedere le cose. Scrivere la storia, rileggerla e tagliare il 20% del testo. Less is more!
Il libro che consiglieresti a chiunque voglia occuparsi di fundraising… (anche non di settore, ma che può ispirare e da cui prendere esempio)
Non è un libro, ma un blog. Io lo trovo utile per combattere il pericolo più grande per un fundraiser: la pigrizia mentale
Si parla spesso di storytelling ma poche volte ci si concentra sulla storia da raccontare…Al Festival del Fundraising Laura condividerà la sua passione e la sua professionalità per sottolineare l’importanza di una buona storia ed aiutarci a scegliere bene cosa raccontare.
Non vediamo l’ora di ascoltarla e la aspettiamo al Festival con la certezza che penderemo dalle sue labbra!