Nives Meroi, bergamasca d’origine e tarvisiana d’adozione, è tra le più forti alpiniste al mondo. A detta di Reinhold Messner, che se ne intende, la più forte in assoluto. Con il marito, Romano Benet, formano un sodalizio perfetto: sono la prima coppia ad avere scalato tutti i 14 Ottomila sulla Terra. Un alpinismo puro, il loro, senza bombole d’ossigeno, senza sherpa, riportando a casa tutto il materiale impiegato e lasciando la montagna più pulita di prima. Ma la personalità di Nives è molto più ricca di quanto possa mostrare la sua nuda biografia. Nel 2009, nel pieno dell’ascesa del Kangchendzonga, la terza vetta del pianeta, Romano si sente male. Al rientro in Italia, la diagnosi è tremenda: aplasia midollare severa. Dopo due trapianti di midollo e centocinquanta trasfusioni di sangue, la guarigione. Al punto che la coppia riprende a scalare e completa la conquista dei 14 Ottomila. Nives racconta questa esperienza in un libro di successo: Non ti farò aspettare. Tre volte sul Kangchendzonga, la storia di noi due raccontata da me. Proprio così. Come sottolinea lo scrittore Erri De Luca, «Nives usa sempre il magnifico pronome noi». Per questo Nives Meroi è un simbolo che va ben al di là dell’alpinismo. Per questo sarà lei ad aprire la quindicesima edizione del Festival del Fundraising. Nessuno scala da solo. Nessuno si salva da solo.
Pochi possono spiegare meglio di Nives Meroi la gioia della conquista, del raggiungimento di un obiettivo, della vittoria. E nello stesso tempo raccontare la fatica, la ritirata, il fallimento. Nives parte dalla pianura e sale a poco a poco verso la vetta. Un simbolo per il fundraiser, che scala la piramide dai piccoli ai grandi donatori. E addirittura un modello per le migliaia di persone impegnate nel nonprofit, che tra mille difficoltà lottano per un traguardo solo apparentemente impossibile: costruire un mondo migliore. Di tutto questo Nives Meroi parlerà al Festival del Fundraising. Ma non basta. A un certo punto della sua vita (e della sua «carriera») Nives ha scelto di fermarsi per amore, per prendersi cura (letteralmente) del marito Romano. Dopo due anni di pandemia e mentre rimbomba il suono delle armi da guerra, ascoltare Nives Meroi diventa quasi necessario.